Cosa è l’HPV?

Il virus del papilloma umano (HPV) è un virus a DNA appartenente alla famiglia papillomaviridae. L’HPV è un virus ubiquitario. La suscettibilità dell’organismo all’infezione da HPV è inversamente proporzionale alla competenza del proprio sistema immunitario.

L’infezione da HPV non si trasmette solo sessualmente, il contagio è possibile anche tramite i cosiddetti “fomites”, ossia attraverso quelle particelle invisibili ad occhio nudo con cui si può venire in contatto nei bagni pubblici, nelle saune, nei bagni turchi ecc.

Il  virus HPV è responsabile di lesioni iperproliferative in diversi distretti cutanei (verruche cutanee, generalmente su mani e piedi) e mucosali (mucosa labiale, tratto respiratorio e genitale). In particolare, a livello genitale (perineo, vulva, vagina, collo dell’utero, ano, pene, scroto) l’HPV può causare condilomi (verruche genitali), lesione displasiche di grado lieve, moderato e grave fino a neoplasie maligne.

Nella popolazione sessualmente attiva, l’80% dei soggetti analizzati presenta l’infezione da HPV, con un picco di prevalenza in donne di età compresa tra i 20 e i 25 anni, indicando la precoce acquisizione dell’infezione all’esordio dell’attività sessuale.

Nel 90% dei casi l’infezione da HPV non provoca manifestazioni cliniche e regredisce spontaneamente. Se l’infezione persiste, la presenza di HPV può causare mutazioni nelle cellule della cervice uterina che possono portare – se misconosciute e non trattate – all’insorgenza di cancro.

L’infezione genitale da HPV è molto frequente anche negli uomini, nei quali spesso risulta asintomatica e senza lesioni clinicamente evidenti, costituendo perciò un importante serbatoio di infezione sessualmente trasmissibile.

Sono stati identificati più di 100 tipi di HPV, di cui circa 40 infettano il tratto genitale per il loro tropismo a livello dell’epitelio squamoso di cervice, vagina, vulva e regione perianale. I genotipi dell’HPV possono essere classificati in tre gruppi in relazione alla loro capacità oncogenica:

  • genotipi ad “alto rischio” associati all’insorgenza del cancro della cervice;
  • genotipi a “basso rischio” associati all’insorgenza di lesioni condilomatose benigne;
  • genotipi classificati come “probabile alto rischio” in merito ai quali vi sono ancora dati non conclusivi riguardo all’associazione con il cancro della cervice.

Numerosi studi clinici hanno dimostrato l’associazione tra HPV e tumore della cervice, che a livello mondiale è il secondo per diffusione e frequenza nella popolazione femminile. La capacità di indurre cervico-carcinoma è correlata al genotipo del virus infettante.

Lo sviluppo del tumore cervicale è preceduto dalla comparsa di lesioni pre-cancerose che impiegano molti anni ad evolvere in carcinoma e, poiché si tratta di lesioni asintomatiche, possono essere rilevate solo grazie a programmi di screening. Se rilevate per tempo, tali lesioni possono essere eliminate con intervento di efficacia del 100%.

Il successo dei programmi di prevenzione dipende dall’accuratezza dell’esame citologico nonché dalla corretta gestione del follow-up della paziente con Pap-test anomalo. Ampi studi di screening di popolazione sottolineano l’efficacia della combinazione del Pap test con il test per la rilevazione del DNA di HPV ad alto rischio quale metodo per la diagnosi precoce dei tumori al collo dell’utero.

COS’E’ L’HPV TEST?

L’HPV-DNA test  è una tecnica molecolare che consente di rilevare la presenza del genoma virale dello Huma Papilloma Virus (HPV), universalmente riconosciuto come causa primaria del tumore del collo dell’utero.

Il test consente quindi di rilevare la presenza di infezione da HPV, prima che le cellule del collo dell’utero presentino anomalie visibili.

Un risultato positivo a questo test non è necessariamente legato alla effettiva presenza di lesioni genitali o di carcinoma della cervice uterina né stabilisce con certezza un successivo sviluppo, ma suggerisce alla donna di sottoporsi a controlli regolari  fino alla regressione dell’infezione.

Il test HPV-DNA quindi può essere utilizzato per

  • uno screening primario nelle pazienti da 30 anni di età in su;
  • monitorare lo stato delle pazienti a cui è stata diagnosticata l’infezione;
  • il follow-up post operatorio, in modo da avere una diagnosi precoce in caso di ripresa della malattia.

Perché è importante la tipizzazione?

La prognosi dell’infezione da HPV è fortemente dipendente dal tipo virale con cui ci si infetta. Quindi oltre ad eseguire lo screening e diagnosticare la presenza del virus risulta estremamente utile a livello clinico effettuare anche la tipizzazione, che consente di discriminare tra infezioni da genotipi “alto rischio” e “basso rischio”.

Il rilevamento del virus HPV e l’attribuzione del genotipo virale viene condotta mediante multiplex Real-time PCR che rileva e identifica simultaneamente 28 genotipi di HPV: 14 genotipi HPV ad alto rischio (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68). Gli HPV ad alto rischio sono responsabili del 99.7% dei carcinomi della cervice uterina (i tipi maggiormente oncogeni sono i genotipi 16, 18, 31, 33, 45).

In base all’esito della tipizzazione sarà possibile valutare l’effettivo fattore di rischio di sviluppo di tumore della cervice.

Il nostro obiettivo è prendersi cura di ogni paziente in modo unico e personalizzato.